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Stasera in tv, venerdì 10 settembre su Rai 3, “5 è il numero perfetto”: curiosità e trama del film con Toni Servillo

Tratto dalla sua graphic novel, pubblicata e acclamata nel 2002. Il film segue le vicende di Peppino Lo Cicero, interpretato da Toni Servillo, guappo e sicario in pensione, che torna in attività dopo l’omicidio del figlio. Il tragico avvenimento innesca una serie di azioni e reazioni violente, ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita.


Curiosità

Rispetto alla graphic novel dal quale è tratto, nel film compare un nuovo personaggio, il Gobbo, una figura apparentemente miserabile alla quale Lo Cicero si rivolge per trovare l’arma perfetta per tornare in pista.

Il film è ambientato negli anni Settanta in una Napoli notturna e deserta, che, come ha dichiarato il regista, è volutamente lontana da quella città livida e frontale descritta in Gomorra. Come ha dichiarato Igort, nome d’arte del regista, l’idea è stata quella di attuare una grande stilizzazione, tanto che anche le sparatorie sono coreografate.

ilmessaggero.it (10.09.2021)

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Marina Marzotto: «Vi presento il volto di Propaganda»

Intervista alla Founder & Senior Partner della società di produzione indipendente Propaganda, specializzata in film di genere, realizzati con partner internazionali, ma con un’originalità tutta italiana

Quali sono la filosofia e il core business di Propaganda?
Per oltre 10 anni mi sono occupata di finanziamenti e promozione a livello internazionale con Propaganda G.E.M. Nel 2014 ho pensato di aprire una casa di produzione che facesse ciò che nel mercato italiano mancava: film e serie di genere dove l’Italia vantava una grande tradizione. Propaganda punta su autori capaci di costruire opere di genere senza scimmiottare gli americani ma con uno sguardo autentico. Così sono nati: il thriller La macchinazione di D. Grieco, sull’omicidio Pasolini, il cinecomic 5 è il numero perfetto di Igort, e sono in arrivo diversi titoli tra horror, fantascienza e family.

Com’è composto il team della società?
Nel 2017 è arrivato Mattia Oddone, socio e ad, dopo una lunga esperienza a capo delle vendite estere in Rai. Io mi occupo di sviluppo e produzione; Teresa Cristiano è la responsabile amministrativa; Cristina Rajola è la responsabile per i finanziamenti pubblici; Giusy Santoro, ex M2Pictures, è alla direzione marketing; Salvatore De Chirico, precedentemente script editor in Lotus, è alla direzione editoriale.

Propaganda è alle battute finali di un processo di rebranding.
La sostanza per una casa di produzione sta nei talenti che riesce ad attrarre e curare. Una filosofia, questa, che abbiamo voluto far emergere nel nostro logo – un volto – proprio per rimarcare che le persone contano. Il nostro logo animato racconta invece il nostro processo di supervisione dalla scrittura allo schermo: ci si dimentica troppo spesso della cura che necessita ogni singolo passaggio della produzione.

Avete già terminato alcuni film che vedremo nel 2022?
Siamo in fase di delivery con Piove, un horror sulla rabbia o, come ci diverte dire, un coming of rage di Paolo Strippoli, in coproduzione con la belga GapBusters; a marzo sarà pronto Monica di Andrea Pallaoro, girato in inglese e coprodotto con gli Usa. A maggio chiuderemo After Work, il doc di Erik Gandini, con il contributo di Noam Chomsky, una coproduzione con Svezia e Norvegia.

E tra le nuove produzioni?
Ad aprile iniziano le riprese del thriller Woken di Alan Friel con Erin Kellyman e Maxine Peake, una coproduzione con gli irlandesi di Fantastic Films. A seguire, sa remo sul set con Volare! di Pier Paolo Paganelli, primo film di una saga fantasy per famiglie, poi con lo sci-fi Obliquo 616 di Lyda Patitucci, in coproduzione con Belgio e Irlanda.

Qual è il canale di distribuzione privilegiato dei vostri film? Cinema o streaming?
Più che al canale di sfruttamento, pensiamo al pubblico di riferimento. Le nostre produzioni hanno un forte production value che le rende adatte alla sala quanto allo streaming. Lo scenario sta cambiando: per uscire al cinema i film devono essere eventi in termini di unicità di storia, sguardo registico, appeal del cast… Mi pare che questo sia l’ideale sempre a prescindere dal canale di distribuzione.

Quali sono gli ingredienti imprescindibili per realizzare film esportabili?
L’input internazionale già in fase di sviluppo: è cruciale per gli autori confrontarsi con culture diverse sin dall’ideazione. Per questo testiamo i concept con venditori esteri e coproduttori sin dall’opzione e i nostri film sono sempre in regime di coproduzione. Ritengo in generale che confrontarsi sia sano e che diversi punti di vista portino ricchezza ai progetti. 

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“5 è il numero perfetto”, Valeria Golino vince il David di Donatello per la Migliore Attrice Non Protagonista

Tratto dalla sua graphic novel, pubblicata e acclamata nel 2002. Il film segue le vicende di Peppino Lo Cicero, interpretato da Toni Servillo, guappo e sicario in pensione, che torna in attività dopo l’omicidio del figlio. Il tragico avvenimento innesca una serie di azioni e reazioni violente, ma è anche la scintilla per cominciare una nuova vita.



Curiosità



Rispetto alla graphic novel dal quale è tratto, nel film compare un nuovo personaggio, il Gobbo, una figura apparentemente miserabile alla quale Lo Cicero si rivolge per trovare l’arma perfetta per tornare in pista.



Il film è ambientato negli anni Settanta in una Napoli notturna e deserta, che, come ha dichiarato il regista, è volutamente lontana da quella città livida e frontale descritta in Gomorra. Come ha dichiarato Igort, nome d’arte del regista, l’idea è stata quella di attuare una grande stilizzazione, tanto che anche le sparatorie sono coreografate.






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Al via le riprese di “Monica”, il nuovo film di Andrea Pallaoro

Partono oggi a Cincinnati (Ohio, Usa) le riprese di Monica il terzo film del regista Andrea Pallaoro che torna sul set con una nuova co-produzione internazionale, dopo i pluripremiati Medeas, (in concorso al Festival di Venezia, Orizzonti 2013) e Hannah (vincitore della Coppa Volpi al Festival di Venezia 2017). Dopo Hannah, Monica è il secondo film di una trilogia dedicata alle donne.

Andrea Pallaoro firma anche la sceneggiatura originale, e rinnova il sodalizio con Orlando Tirado già co-sceneggiatore di Medeas e Hannah.

Monica è il ritratto intimo di una donna che, per la prima volta dopo 20 anni, torna a casa nel Midwest per prendersi cura della madre malata. 

Attraverso i temi dell’abbandono, l’invecchiamento, il rifiuto, l’accettazione e il perdono, conosciamo Monica e il suo mondo fatto di dolore, paura ma anche coraggio. Un viaggio attraverso i bisogni e i desideri di una donna che apre uno sguardo conoscitivo sulla condizione umana.

Nel cast le attrici candidate all’Oscar Patricia Clarkson (Station Agent, Schegge di April, Sharp Objects) e Adriana Barraza (Penny Dreadful: City of Angels, Babel, Amores Perros), Trace Lysette (Le ragazze di Wall Street, Transparent), Emily Browning (American Gods, The Affair, Golden Exits) e Joshua Close in arrivo sul set dalle riprese di Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese.Monica è prodotto da Gina Resnick (Tredici variazioni sul tema, Medeas), Christina Dow (Hannah), Eleonora Granata (Medeas) e Andrea Pallaoro, ed è coprodotto da Marina Marzotto e Mattia Oddone per PROPAGANDA ITALIA con RAI CINEMA, Riccardo Di Pasquale, Antonio Adinolfi e Gabriele Oricchio per FENIX ENTERTAINMENT e con Giorgia Lo Savio per ALACRAN PICTURES. Il film è sostenuto dal bando selettivo di coproduzione del Ministero della Cultura.

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Propaganda Italia annuncia la line-up di produzione e le uscite 2022

Propaganda Italia, la società di Marina Marzotto e Mattia Oddone, annuncia la line-up di produzione e le uscite 2022: una linea editoriale dedicata all’innovazione e al genere, che include horror, family e fantascienza

Primo set ad Aprile con WOKEN di Alan Friel

Per l’occasione cambio di logo e nuovo sito online

Propaganda è lieta di annunciare le produzioni 2022 che spaziano nei generi: thriller, sci-fi e un fantasy dedicato all’intrattenimento delle famiglie.

WOKEN thriller psicologico con risvolti fantascientifici, scritto e diretto da Alan Friel, una produzione Fantastic Films (Irlanda) in co-produzione con Propaganda, sostenuta dal Ministero della Cultura, le cui riprese prenderanno il via i primi di aprile.

Ambientato in una piccola isola del Mar del Nord, la storia assume proporzioni epiche all’alba di una nuova fase evolutiva per l’umanità.

Nel cast, ad oggi confermati: Erin Kellyman (Solo – A Star Wars Story, Sir Gawain e il cavaliere Verde, The Falcon and the winter soldier) e Maxine Peake (Funny Cow, Peterloo, Shameless).

Seguirà la produzione di VOLARE! per la regia di Pier Paolo Paganelli, primo capitolo di una saga cinematografica fantasy diretta a un pubblico di giovanissimi e famiglie. Scritto da Jacopo Del Giudice, Davide Rossetti e Pier Paolo Paganelli il film mira ad intrattenere ed emozionare avvicinando i più piccoli ad un’esperienza di inclusione da condividere al cinema: la produzione si pone infatti l’obiettivo di uscita in sala con almeno una copia ogni 6 sottotitolata per i non udenti.

Sempre programmata per il 2022, la produzione di OBLIQUO 616 film di genere sci-fi diretto da Lyda Patitucci, scritto da Milo Tissone, Federica Pontremoli, Marcus Fleming e prodotto da Propaganda in co-produzione con la belga Gap Busters (produttori anche di Titane, Onoda e Freaks Out) e l’irlandese Fantastic Films (Vivarium, Sea Feaver, Muse).

Propaganda ha inoltre 2 film e un documentario in uscita nel 2022: 

PIOVE, definito un coming of Rage, questo drama-horror ha portato lo sceneggiatore Jacopo Del Giudice a vincere il suo primoPremio Solinas nel 2017. Diretto dal ventinovenne Paolo Strippoli (A Classic Horror Story), il film è prodotto da Propaganda in associazione con Polifemo, co-prodotto da Gap Busters in associazione con Shelter Prod. con il sostegno del Ministero della Cultura, il programma Creative Europe Media, Lazio Cinema International e Wallimage. Nel cast principale: Fabrizio Rongione (Azor), Cristiana Dell’Anna (Qui rido io), Francesco Gheghi (Padrenostro) e Aurora Menenti. Un horror dei sentimenti da uno dei più quotati giovani autori italiani.

MONICA terzo film del pluripremiato regista Andrea Pallaoro con Trace Lysette, Patricia Clarkson, Adriana Barraza, Joshua Close e Emily Browning. Una co-produzione USA-Italia che vede Propaganda affiancata da Rai Cinema e Fenix Entertainment in un film sostenuto dal Ministero della Cultura che uscirà nella seconda metà dell’anno.

AFTER WORK documentario creativoscritto e diretto dall’italo-svedese Erik Gandini (La teoria svedese dell’amore, Videocracy), con il contributo di Noam Chomsky e la fotografia di Fredrik Wenzel (The square); una co-produzione Svezia-Italia-Norvegiacon il sostegno del Ministero della Cultura e la partecipazione di Rai Cinema.

MarinaMarzotto – Founder &Seniore Partner: In un momento molto complesso per il cinema italiano, abbiamo puntato in primis su storie che avessero un appeal universale e potessero viaggiare oltre confine, così come sulla conoscenza e sul rispetto del genere e del pubblico di riferimento di ogni film. A questo uniamo un’attenzione meticolosa nel creare production value per restituire alla fruizione in sala il gusto e la sorpresa dell’esperienza cinematografica attraverso il grande talento delle maestranze italiane e lo sguardo distintivo de* nostr* regist*.

Mattia Oddone, Ceo &Partner:  Propaganda cerca soggetti che siano unici, con un posizionamento di mercato chiaro e definito perché se l’ingrediente migliore delle vendite è la storia, il suo peggior nemico è l’ambiguità di posizionamento. E abbiamo scelto il genere perché ci piace: è chiaro nel linguaggio e ha un pubblico molto attento e ben definito. Il nostro obiettivo è portare il genere alla massima definizione possibile innovandolo con tutto il talento che abbiamo a disposizione rimanendo nel rispetto dei suoi canoni.

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Nuovo cinema italiano: a Roma primo ciak per “Piove” di Paolo Strippoli

Roma, lunedì 22 febbraio. Inizio riprese per Piove, il nuovo film di Paolo Strippoli. 

Al via un progetto che punta sui giovani talenti provenienti dal Centro Sperimentale di Cinematografia di Romae dalla fucina del Premio Solinas: il Film nasce infatti dalla scrittura di Jacopo del Giudice, classe 1991, vincitore con Piove della 32° edizione del Premio Franco Solinas mentre ancora studiava al CSC. La giuria del Solinas lo definì: “Un horror dei sentimenti, senza precedenti nel nostro paese. Una storia estrema come estrema è la follia che racconta”.

Alla regia il ventottenne Paolo Strippoli – ormai prossima l’uscita del suo debutto, A classic horror story, co-diretto con Roberto De Feo – Strippoli stesso è alumnus del CSC e vincitore del Premio Solinas 2019 con la sceneggiatura de L’angelo infelice, scritta con Jacopo Del Giudice e Milo Tissone. 

Terzo e non ultimo giovane talento del Film il Direttore della Fotografia, il trentunenne Cristiano Di Nicola, al suo terzo lungometraggio e già molto apprezzato nel panorama pubblicitario dove ha firmato importanti campagne nazionali.

Tra i protagonisti del cast principale, oltre alla piccola Aurora Menenti, un altro giovanissimo che si sta facendo strada: Francesco Gheghi, classe 2002, già conosciuto per le sue interpretazioni nei film Io sono tempesta di Daniele Luchetti (2018), Mio fratello rincorre i dinosauri di Stefano Cipani (2019) e Padrenostro di Claudio Noce (2020).

Il regista Paolo Strippoli dirige la complessa macchina di un film che propone i codici del genere thriller/horror applicati a un dramma familiare, per raccontare una società contemporanea sempre più rancorosa e sotto pressione:

“La Roma di Piove – dichiara Strippoli – è costantemente sul punto di esplodere, e non è troppo distante da quella reale. Basta trovarsi in fila al supermercato o alle poste, nel traffico del Raccordo, in un autobus troppo pieno per sentire la rabbia strisciare tra la gente. È la stessa rabbia che alimenta le declinazioni peggiori della politica di oggi, che dà adito agli sfoghi più beceri sui social network, che ci rende sempre più individualisti”. 

Ad accompagnare questi giovani talenti sposando e rafforzando la visione di un cinema italiano che scalpita per rinnovarsi: l’autore uruguaiano Gustavo Hernandez (La casa muda) che ha collaborato alla sceneggiatura; lo scenografo Nello Giorgetti candidato al David di Donatello 2020 per 5 è il numero perfetto di Igortla costumista Nicoletta Taranta candidata al David di Donatello e ai Nastri d’Argento 2020 per 5 è il numero perfetto di Igort; e due attori protagonisti fuori-classe quali Fabrizio Rongione – attore feticcio dei fratelli Dardenne – e Cristiana Dell’Anna, nota per il suo ruolo nella serie Gomorra e di recente co-protagonista a fianco di Toni Servillo dell’ultimo e attesissimo film di Mario Martone.

Il film è prodotto da Marina Marzotto e Mattia Oddone per Propaganda Italia, produttori con Jean Vigo e Rai Cinema della fortunata trasposizione cinematografica del comic 5 è il numero perfetto di Igort (2019), che con questo film ha debuttato alla regia ottenendo 9 candidature ai David di Donatello e 4 ai Nastri d’Argento e la vittoria in entrambi i casi per Valeria Golino come miglior attrice non protagonista. 

Proseguiamo il nostro cammino credendo nelle storie e nei talenti italiani, cercando un cinema che sia nostro quanto universale e per questo i nostri film nascono dal confronto con i mercati internazionali, la ricerca di linguaggi comuni (il genere), tanto quanto di uno sguardo autoriale che sia unico e distintivo”, dichiara Marina Marzotto.

Il film è una coproduzione internazionale con la belga GapBusters, guidata da Joseph Rouschcop, già coproduttore in Italia di Il Primo Re di Matteo Rovere, Miss Marx di Susanna Nicchiarelli e Freaks Out di Gabriele Mainetti.

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Propaganda Italia investe sul marketing

Propaganda Italia, casa di produzione guidata da Mattia Oddone e Marina Marzotto, prosegue un percorso di crescita e di investimenti che, oltre ai diversi titoli in produzione e sviluppo annunciati in questi giorni al MIA – Mercato Audiovisivo Italiano, includono la creazione di un marketing interno. 

È Giusy Santoro – precedentemente direttore marketing di M2 Pictures e con un passato in Moviemax e Warner – a prenderne le redini.

“Sono davvero entusiasta – ha commentato Giusy Santoro – di entrare a far parte di una realtà come Propaganda Italia, un’azienda dinamica e con grandi progetti per il futuro. Non vedo l’ora di poter mettere in campo la mia esperienza per contribuire in prima linea al raggiungimento degli obiettivi aziendali, supportando la crescita e l’evoluzione di Propaganda Italia verso un nuovo modello di business dove qualità e analisi degli attributi chiave di ogni progetto si intrecciano senza alcuna frizione”. 

Il lavoro della Santoro procederà in sinergia con il team editoriale e di produzione non solo per i progetti già in fase di produzione, ma anche per i film e le serie già in fase di progettazione che necessitano subito di un chiaro posizionamento di mercato”.

In Propaganda Italia –  ha concluso il nuovo direttore marketing – il prodotto, la prima ‘P’ del marketing, gioca un ruolo fondamentale e, nel lungo periodo, l’obiettivo è quello di creare una Brand Identity estremamente forte e riconoscibile”

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Cinema, “La Sorella Maggiore”: ai Wanna Taste It il film di Silvestrini

Propaganda Italia, giovane casa di produzione romana che nel 2019 ha presentato al pubblico nazionale e internazionale il film “5 è il numero perfetto” di Igort con Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso, presenta ai Pitch “Wanna Taste IT” del MIA 2020 “La sorella maggiore”, costume-drama  di Ivan Silvestrini (Zero, Dragonheart Vengeance, Monolith).

Sulla scia di un inarrestabil “5 è il numero perfetto”, il noir napoletano del graphic novellist Igort, prima opera del regista, che dopo essere stato selezionato in 31 festival nel mondo, ha ricevuto 9 nomination ai David di Donatello e 4 ai Nastri d’Argento, entrambi archiviati con l’incoronazione di Valeria Golino come migliore attrice non protagonista, Propaganda Italia porta al MIA “La sorella maggiore”.

«Ivan Silvestrini – commenta Marina Marzotto, socio fondatore – è un giovane regista molto interessante che ha approcciato la regia dapprima come “shooter” sul mercato domestico come anche in Spagna e USA, acquisendo un’esperienza tecnica notevole e adattando il suo occhio alle esigenze di generi e stili narrativi diversi. Ora, al terzo film per il cinema, propone un’opera di cui è anche autore e in cui ha trovato una maturità espressiva che ci ha conquistati ed ha garantito al progetto la selezione al competitivo Mercato Internazionale dell’Audiovisivo di Roma (MIA).

ilmessaggero.it (13.10.2020)

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Tutti i successi del produttore imperiese Mattia Oddone, da Peppa Pig a Toni Servillo

Da Peppa Pig, uno dei suoi successi quando alla Rai era Head of International Sales, alla 76ª Mostra del Cinema di Venezia da amministratore delegato di Propaganda Italia: è il percorso, in continua ascesa, dell’imperiese Mattia Oddone, che – lasciata dopo tredici anni la Rai nel 2017 per tentare nuove sfide – al debutto come produttore, insieme con la socia Marina Marzotto, ha fatto centro lo scorso anno con il film «5 è il numero perfetto», diretto da Igort (Igor Tuveri) e interpretato da Toni Servillo, Valeria Golino e Carlo Buccirosso.

Stefano Delfino, lastampa.it (26.06.2020)

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“5 è il numero perfetto”, così si porta un fumetto al cinema

Da alcuni giorni è in sala il film 5 è il numero perfetto scritto e diretto da Igort (fondatore della casa editrice Coconino e successivamente di Oblomov, direttore editoriale di Linus, fumettista di fama internazionale), basato sul suo omonimo libro del 2002, molto apprezzato alle recenti Giornate degli Autori di Venezia ’76.

Non è facile parlare delle opere realizzate da persone a noi vicine, i rischi sono molteplici: la prossimità rende lo sguardo deformato, inibisce la distanza critica, induce a perdersi nei dettagli, smarrendo il disegno d’insieme. Si può essere troppo entusiasti, per uno spirito partigiano dettato dall’affetto nei confronti dell’autore, oppure troppo severi, poiché la stessa vicinanza umana impedisce di vedere la grandezza dell’opera.

A Igort mi lega un rapporto di profonda stima reciproca, di intesa intellettuale, di affine ricerca spirituale. Questo non vuol dire che siamo sempre d’accordo; al contrario, è proprio il confronto aperto e franco che rende autentica un’amicizia. Dichiaro, dunque, subito la mia mancanza di (peraltro impossibile) oggettività: ho vissuto con emozione l’attesa dell’uscita al cinema di 5 è il numero perfetto.

Emozione, e anche un certo tremore. Questo perché conoscevo la passione e la dedizione, quasi ossessiva, con la quale Igort si era dedicato al progetto (dieci stesure diverse in 13 anni), ma conoscevo anche l’azzardo grave della scommessa che si era prefissato: trasporre al cinema quello che è, probabilmente, il suo fumetto più celebre.

Le percentuali di fiasco inglorioso, confessiamocelo, erano alte. Visto che sono in vena di confessioni, dirò che anche 5 è il numero perfetto non è certo il mio libro preferito di Igort. Pur riconoscendo le qualità elogiate da Antonio D’Orrico sul Corriere della Sera (“Ci sono sparatorie bellissime e sogni labirintici, agguati in notti nere di pioggia e visioni mistiche nel cielo azzurro… Il più bel noir italiano mai scritto”), preferirò sempre la vibrante denuncia civile dei Quaderni Russi o la grazia meditativa dei Quaderni Giapponesi. Questione di sensibilità.

Toni Servillo, presentando il film a Roma, ha definito il fumetto il “Quaderno napoletano” di Igort. Si tratta di una definizione felice: in quest’opera emerge il tipico approccio dell’autore cagliaritano, una sorta di immersione totale nell’atmosfera più sottile di un luogo, a svellerne le “radici genesiache” (direbbe Artaud, scomparso questi giorni), a destarne e a corteggiarne il genius loci.

Napoli è protagonista: teatro onirico di barocche visioni mistiche e di una realtà ben più allucinata. Nella sua mescolanza, quasi da metropoli indiana, di alto e basso, santità e vizio, solennità e sberleffo, spensierata saggezza ed efferato sadismo, Napoli è l’unico scenario pensabile per la parabola paradossale di Peppino Lo Cicero (interpretato da un Servillo quanto mai centrato): eroe nell’abiezione, trionfale nello strazio, grigio impiegato della morte che, nel mondo moralmente a rovescio della malavita, diviene traditore disubbidiente per amore e per sopravvivenza. La stessa condizione del regista è paradossale: un maestro del fumetto, esordiente al cinema, che traspone nel medium in cui è meno esperto la sua opera più apprezzata, dunque diviene potenzialmente il peggior traditore di se stesso. Una sfida non per tutti.

Il film, ovviamente, mantiene e affronta tutti i temi che rendono il fumetto di Igort un’opera di grande intelligenza, a partire dalle contraddizioni che lacerano il protagonista: il tradimento e la vendetta, la coesistenza di dolci sentimenti e spietatezza omicida, il contrasto grottesco tra devozione mariana e abitudine al massacro, un sottotesto di sapienza taoista mascherata in lazzi in vernacolo partenopeo. Solo un ricercatore consapevole e ironico come Igort poteva nascondere in bocca a un anziano killer napoletano che sorseggia un caffè dopo una carneficina una splendida allegoria dal sapore gurdjieffiano (ovvero, il titolo della storia).

La sorpresa è che, nella trasposizione cinematografica di un fumetto, per la prima volta a mia memoria, la forza dell’opera originaria non si diluisce, forse aumenta: la splendida fotografia di Nicolaj Brüel (David di Donatello per Dogman di Matteo Garrone) evoca suggestioni tarkovskijane, i deliranti flashback ricordano le visioni felliniane di Toby Dammitt, il protagonista è un meraviglioso incrocio tra Dick Tracy e Totò. Ma, essendo un autore autenticamente colto e non uno che fa finta di esserlo, Igort non ha bisogno di disseminare la propria opera di allusioni e ammiccamenti: è un film, non è una caccia al tesoro per primi della classe.

Le influenze ci sono, ovviamente, ma assorbite, a volte quasi inconsciamente, senza plagi spacciati per citazioni. Gli attori sono notevoli: Servillo (del quale ormai è quasi noioso dover sottolineare la bravura) trova un ruolo in cui i vezzi di cui spesso lo si accusa (una certa gigioneria, la tendenza al trasformismo) diventano armi in più; Carlo Buccirosso sembra nato apposta per fare questa parte; infine, Igort è riuscito nel miracolo di farmi piacere anche Valeria Golino.

I pedanti professori del genere potrebbero obiettare circa una certa lentezza nel ritmo, soprattutto iniziale, ma non si può relegare 5 è il numero perfetto alla categoria noir: se lo si vede in quell’ottica, è chiaro che non ha i tempi adrenalinici di una macelleria tarantiniana. Ma la bellezza del film è altrove, è un’opera filosofica, una meditazione sulla vanità dell’apparenza mascherata da noir, prova ne sia come, nel momento dell’apice parossistico della vendetta il protagonista si trasformi in un MeursaultLo Straniero camusiano, al contrario. Un film che rimarrà.

Al contrario, delle sciocche polemiche che hanno accompagnato una frase (meno felice di quella citata) di Servillo. Ma, si sa, in Italia ogni giorno c’è un torneo di volpi, riunite attorno ad ogni nuovo grappolo d’uva. Alcuni passano la vita a tirare fango, altri a estrarre diamanti.

Noi, se non altro per gratitudine, siamo dalla parte dei secondi.

Adriano Ercolani, ilfattoquotidiano.it (05.09.2019)