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Vivere senza lavorare grazie ad IA e reddito di base: la visione del futuro di After Work

Vivere senza lavorare è il sogno di (quasi) tutti: la possibilità di avere tempo libero per la famiglia, gli amici, gli hobby. Tutti abbiamo, almeno una volta nella vita, fantasticato della possibilità di non dover lavorare. Anche se poi, ad un’analisi approfondita, quanti si stuferebbero presto di non avere l’impegno fisso quotidiano dell’ufficio?

Molti, sicuramente. Basta fare un raffronto con una realtà che abbiamo ogni giorno davanti agli occhi: quella dei pensionati depressi.

Eppure, dopo una vita di sacrifici, davvero si può vivere senza lavorare, soprattutto di questi tempi in cui solitamente l’età della pensione coincide con un’età biologica ancora idonea alla svolgimento di molte attività, dallo sport leggero ai viaggi.

Non esiste più il lunedì, è sempre week end, ma non si riesce ad essere felici. Perché forse il piacere è bello gustarlo dopo averlo ottenuto con sacrifici.

Sacrifici che, forse, in un futuro neanche troppo lontano, non dovremo più fare.

After Work, il documentario visionario che immagina un mondo senza lavoro

Sareste quindi felici di vivere senza lavorare? Avendo ovviamente i soldi di uno stipendio.

Il documentario Art Work sonda proprio questa ipotesi con l’obiettivo, come dice il regista Erik Gandini, non di offrire delle soluzioni, ma di porre l’attenzione sugli aspetti disfunzionali di un’ideologia lavorista comune a società con modelli di sviluppo molto diversi.

La necessità di sacrificarsi per il lavoro è innata nella nostra natura o è semplicemente il risultato dei costrutti sociali che si sono creati, universalmente, con lo sviluppo economico e industriale?

Prodotto in collaborazione da Rai Cinema, Fasad e Propaganda Italia e distribuito a partire dal 15 giugno, After Work stimola la riflessione sulle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale e sulle conseguenze di una sua applicazione tout court.

Abbiamo già visto come Chatgpt sia in grado di sostituire l’essere umano per alcune mansioni lavorative. Se spostiamo lo sguardo a qualche anno più avanti, non è difficile immaginare una IA che avrà sostituito la maggior parte dei lavoratori.

After Work delinea un’umanità libera dal vincolo lavorativo, il cui sostentamento non è ovviamente garantito dal classico stipendio, ma da un reddito di base universale.

Grazie ad esso l’umanità, senza il giogo della catena produttiva, sarà in grado di elevarsi socialmente e culturalmente, dedicandosi alla cura del proprio benessere psicofisico, con la possibilità di scoprire e sviluppare tutto il suo potenziale creativo?

Una vita senza lavoro: meglio o peggio?

La domanda che Gandini pone ai suoi intervistati è, in sintesi: “Come impiegheresti il tuo tempo se non dovessi più lavorare, continuando però a percepire lo stipendio?”.

Le risposte restano elusive, incerte: forse non siamo ancora pronti ad abbandonare una consuetudine estremamente radicata nel nostro concetto di esistenza?

Magari non i cosiddetti boomer o i rappresentanti della Generazione X, ma i più giovani, già invisi al posto fisso e più devoti al concetto di libertà che a quello di sacrificio, sono quelli che meglio accoglieranno (e sapranno sfruttare) tutte le nuove possibilità e potenzialità che una IA evoluta è in grado di offrire.

Alessandro Annunziata, investireoggi.it (23/05/2023)

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After Work: come sarà il mondo senza il lavoro, tra AI e reddito di base universale

Fuori campo, una voce roca e stanca mette in guardia: «Nel mondo di oggi, il consiglio migliore da dare a un giovane è prepararsi a trovare un lavoro. Prepararsi a passare la propria esistenza alla mercé di un padrone». Il vecchio saggio è Noam Chomsky, 94 anni, tra gli intellettuali più influenti di questo e dello scorso secolo. Per il resto, di indicazioni o suggerimenti nel nuovo documentario di Erik Gandini non ce ne sono. In After Work il regista italo-svedese – già autore, tra l’altro, di Videocracy e Surplus – offre lo spaccato di una società moderna imperniata sul concetto di lavoro salariato, e si interroga sul futuro di un’umanità potenzialmente libera da questo vincolo. «Il film nasce non per offrire soluzioni», spiega Gandini, «ma per dar risalto agli aspetti più disfunzionali di un’ideologia lavorista in cui tutti noi siamo immersi sin dall’infanzia, pur appartenendo a società con modelli di sviluppo molto lontani tra loro».

Tutto il mondo è paese?

Nel 2018 i lavoratori americani hanno rinunciato a 768 milioni di giorni di ferie cui avevano diritto. È la «No Vacation Nation». La cultura del superlavoro su cui si regge lo stesso sogno americano. In Corea del Sud da anni il ministero del Lavoro osserva con estrema preoccupazione il fenomeno della Gwarosa, la «morte per eccesso di lavoro». La settimana lavorativa è stata ridotta da 68 a 52 ore e il governo ha progettato un’accurata campagna pubblicitaria per promuovere stili di vita alternativi, invitando i lavoratori a non rimanere in ufficio oltre l’orario stabilito.
Il Kuwait, appena 4 milioni di abitanti e un’economia trainata da ricchi giacimenti petroliferi, vive invece un problema opposto. Qui il settore pubblico garantisce piena occupazione, ma la manodopera disponibile è spropositata rispetto alla mole di lavoro richiesta. Tutti hanno un impiego ben retribuito, ma il patto sociale si regge su una farsa interpretata da uomini e donne che spendono il proprio tempo ingabbiati in un perpetuo senso di inutilità.
Infine l’Italia, dove il tema del lavoro viene osservato con gli occhi di ricchissimi ereditieri, che hanno sempre vissuto di rendita. Ma anche dal lato di una classe media in cui si annida il più grande gruppo di Neet in Europa (giovani che non lavorano, non studiano e non si formano).

La tecnologia non ha volontà

Prodotto da Fasad e Propaganda Italia insieme a Rai Cinema, After Work sarà distribuito da Fandango a partire dal prossimo 15 giugno e promette di inserirsi in un dibattito quanto mai attuale e partecipato. Lo sconvolgente sviluppo dell’intelligenza artificiale potrebbe portare la maggior parte dei lavori esistenti oggi a scomparire tra qualche anno. Cosa fare, dunque, quando un’intera classe sociale si ritroverà ad essere, per così dire, «non occupabile» e priva anche della minima forza politica collettiva? La tecnologia non è dotata di volontà, sottolinea Chomsky, questa volta a favore di telecamera. Il suo impatto sulla società dipende e dipenderà strettamente dagli interessi di chi la controlla.
Può l’introduzione di un «reddito di base universale» cambiare lo stato delle cose e liberare, finalmente, il potenziale creativo di persone non più costrette a lavorare per sopravvivere? Come impiegheremmo il nostro tempo se da domani non dovessimo più preoccuparci di guadagnare lo stipendio? Gandini pone la domanda ai suoi intervistati rivolgendosi, metaforicamente, a tutti gli spettatori.
C’è silenzio, le risposte sono vaghe e incerte. Qualcuno sorride spaesato.

Nicola Bracci, corriere.it (23/05/2023)

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After Work: in anteprima esclusiva il poster del documentario di Erik Gandini

Nel 2009 con Videocracy Erik Gandini ci mostrava la nefasta influenza della televisione commerciale sulle nostre vite, con la sua enfasi sull’avere e l’apparire che ha condizionato i comportamenti degli italiani fino al degrado civile e morale attuale. Oggi il regista torna al cinema con un nuovo film, After Work, che si concentra sull’importanza data al lavoro e alla competitività nella società di oggi e si pone interessanti domande sullo sviluppo futuro in questo campo. Il film è prodotto dalla svedese Fasab e coprodotto da Propaganda Italia e Rai Cinema e arriverà al cinema il 15 giugno distribuito da Fandango e vi mostriamo in anteprima esclusiva l’evocativo e affascinante poster ufficiale.

After Work: di cosa parla il nuovo film di Erik Gandini

La nostra è una società basata sul lavoro. Fin dall’infanzia ci viene insegnato ad essere orientati al risultato e ad essere competitivi. La maggior parte dei lavori esistenti oggi potrebbe scomparire nei prossimi anni per via dell’automazione e dell’intelligenza artificiale. Potremmo presto dover ripensare al ruolo che il lavoro ha nelle nostre vite come elemento centrale della nostra esistenza. L’approccio di questo documentario è esistenziale, curioso e cinematografico. Attraverso le esperienze dirette dei suoi protagonisti in quattro nazioni emblematiche – Kuwait, Corea del Sud, Usa e Italia – After Work esplora cos’è oggi l’etica del lavoro e come potrebbe essere un’esistenza libera dal lavoro.

Daniela Catelli, comingsoon.it (09.05.2023)

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After Work, vivere senza lavoro: un altro mondo è possibile (esclusiva)

“Liberiamoci della società del superlavoro”. Una pubblicità per convincere la gente a smettere di lavorare. Una legge, la “pc off”, che impone di spegnere i computer negli uffici alle 18:00 in punto, per impedire fisicamente agli impiegati di operare oltre gli orari stabiliti. Succede in Corea del Sud, dove il lavoro – specialmente per chi ha più di cinquant’anni – è uno status. Di più: una condizione esistenziale, un’ossessione. Un modo per dire al mondo che il tempo della miseria è finito.
La Corea del Sud e il rapporto dei coreani con il lavoro è solo uno degli aspetti – e dei mondi – esplorati in After Work dell’italo svedese Erik Gandini (La teoria svedese dell’amoreThe Rebel SurgeonVideocracySurplus), in sala in Italia dal 15 giugno con Fandango.
Un documentario prodotto da Fasad Production AB con Propaganda Italia, RAI Cinema e Indie film, che viaggia attraverso quattro paesi – Corea, Kuwait, Stati Uniti e l’Italia –  guidato da una sola domanda: come sarebbe la nostra vita, se ci liberassimo del lavoro?

“Ho voluto pensare al lavoro come un’idea, più che una necessità. Qualcosa che sta perdendo senso rispetto a 350 anni fa, all’epoca della rivoluzione industriale – spiega Gandini – Credo che sia arrivato il momento di ripensarlo. Completamente”.

Le macchine al posto dell’uomo

Liberarsi del lavoro: un’ipotesi meno utopica di quanto si creda, a voler dar retta ai profeti dell’avanzamento tecnologico. Secondo la ricerca The Future of Employment (Il futuro dell’occupazione), pubblicata nel 2013 dall’Università di Oxford, il 47% dei lavori statunitensi sarebbe ad alto rischio. La probabilità che nei prossimi vent’anni gli addetti al telemarketing e i sottoscrittori di assicurazioni perdano il lavoro a favore degli algoritmi è del 99%.  Del 97% per i cassieri. Del l’89%, scrivono i ricercatori, per gli autisti di autobus. Senza contare i lavori creativi: “Quando abbiamo iniziato a immaginare il documentario, nel 2020, Chat GPT non c’era – dice Gandini – Pensavamo che la rivoluzione sarebbe cominciata con l’automazione. Invece i primi a scomparire saranno proprio i lavori creativi”.
In potenza, secondo il filosofo americano Noam Chomsky, la rivoluzione tecnologica è una liberazione: “La tecnologia ci deve liberare del lavoro. Può funzionare, a patto di usarla per affrancare le persone da lavori stupidi e permettergli di dedicarsi a qualcosa di creativo”. In pratica, secondo lo storico israeliano Yuvai Harari, è una condanna:  “La battaglia che ci aspetta, quella da combattere, sarà contro l’irrilevanza. Peggio essere irrilevanti che sfruttati”.

E allora: che faremo, quando non avremo più bisogno di lavorare?

Il Kuwait: il lavoro, ma per finta

In Kuwait, tecnicamente, oggi il lavoro potrebbe non servire più. In effetti, secondo l’OMS, il Kuwait è il paese più fisicamente inattivo del mondo, anche se tutti hanno un impiego: il sistema di distribuzione delle ricchezze petrolifere funziona come un reddito di cittadinanza di base, ma con un impegno lavorativo ’’simulato’’. Il risultato? Nei ministeri, dove venti persone sono chiamate a svolgere il lavoro di una sola, i dipendenti giacciono in una sorta di “parcheggio per lavoratori”, passando il tempo, semplicemente, sprecandolo.

Una inattività forzata che produce frustrazione, depressione, desideri autodistruttivi. “Speravo di trovare qualcosa di positivo lì, perché il Kuwait è un paese che ha tutte le opportunità per liberare le persone dalla necessità del lavoro – dice Gandini – Ma l’idea di fare a meno del lavoro è talmente forte che fa paura liberarsene. Piuttosto si preferisce far finta di lavorare, come se andare al lavoro fosse una specie di performance. Ed è tristissimo”.

Gli Stati Uniti: No Vacation Nation

Il viaggio negli Stati Uniti, terra di stakanovismo performativo per eccellenza, ci riporta a una società in cui l’85% delle persone, racconta After Work, “non hanno lavoro o ne sono profondamente insoddisfatti”. Il valore da salvaguardare, qui, è quello dell’efficienza: “Adolf Hitler? Un modello di efficienza perfetta”, ammette, dopo un istante di titubanza, un dirigente della società di analisi e consulenza Gallup. Secondo uno studio condotto dal Project Time Off della US Travel Association, nel 2018 i lavoratori americani hanno lasciato sul tavolo 768 milioni di giorni di vacanza non utilizzati: più della metà dei lavoratori non ha utilizzato tutti i giorni di ferie nel 2018, e il 24% ha dichiarato di non averne usufruito affatto. “Gli americani hanno un rapporto unico con il lavoro – spiega Gandini – Il concetto di sogno americano è stato a lungo associato all’idea di lavorare sodo e raggiungere il successo”. Successo che si paga ad alto prezzo prezzo: l’infelicità di una “no vacation nation”, un paese in cui la vacanza è un fallimento.

Il non lavoro in Italia e l’edonismo NEET

E in Italia? l’attenzione di Gandini si concentra inizialmente su un piccolo gruppo di persone iper-ricche,  appartenenti a dinastie imprenditoriali industriali che hanno vissuto per diverse generazioni senza dover lavorare. “Volevo sfidare il cliché del ricco. L’ereditiera che racconto nel film conduce un’esistenza libera dal lavoro. Il confronto con la Corea, dove le persone devono essere aiutate dalla pubblicità a immaginarsi senza lavoro, è potente: questa donna si sveglia ogni giorno chiedendosi cosa voglia fare, allenandosi alla creatività”. Un aspetto che rende l’Italia ancora più interessante è il fatto che non siano sono solo i super-ricchi a non lavorare: all’interno della classe media italiana si trova il più grande gruppo di “NEET” (Neither in Employment, Education or Training) in Europa, il 28,9% degli italiani tra i 20 e i 34 anni (la media europea è del 16,5%). “Nel dibattito pubblico il fenomeno dei NEET, i ragazzi ‘inattivi’, si racconta facilmente come una catastrofe, con l’indignazione per il nullafacente, ‘lo sdraiato’. Ma a me piace capovolgere il discorso e provocare con un’idea politicamente scorretta: se stiamo cercando alternative creative all’etica del lavoro statunitense e coreana, diventa interessante anche una società come l’Italia, dove esiste una cultura del non lavoro. Forse abbiamo qualcosa da imparare anche da qui: da chi, per scelta, non fa nulla”.

Ilaria Rivarino, hollywoodreporter.it (01.05.2023)

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Vespertilio Awards 2023, ecco tutte le nomination

Annunciate le candidature della seconda edizione del  premio cinematografico ideato e creato dai fondatori del 1º gruppo horror social italiano “Ore d’Orrore” fondato da Tania Bizzarro e Markus Di Meglio.  La cerimonia di premiazione  si svolgerà il l 27 maggio presso il ristorante “lo Chalet” in via di Acilia 300 a Roma.

“Uno sguardo al mondo dimostra che l’orrore non è altro che realtà”, diceva l’inarrivabile Alfred Hitchcock. E forse per questo il cinema del brivido, nelle sue espressioni più efficaci e perturbanti,  riesce ha trasfigurare le nostre paure in un’opera d’arte. Sicché, questa seconda edizione del Vespertilio Awards,  kermesse creata dai mitici Tania Bizzarro e Markus Di Meglio, attraverso l’horror, il giallo, il noir, il thriller, il fantastico e il fantascientifico si trasfigura in un viaggio alla scoperta dell’eccellenza del cinema di genere made in Italy. La giuria, presieduta, dal presidente Claudio Lattanzi, ha visionato oltre 60 titoli, tra lungometraggi, documentari e corti. A dimostrazione della qualità delle opere. spesso e volentieri, le nomination sono composte da sestine e non dalle canoniche cinquine.  L’appuntamento per scoprire i vincitori è previsto per il  27 maggio presso il ristorante “lo Chalet” in via di Acilia 300 a Roma.

TUTTE LE NOMINATION

MIGLIOR MANIFESTO

BIG JELLYFISH – PIOVE

MIRKO LEONARDI – THE BUNKER GAME

FOTO CLAUDIA SICURANZA ARTWORK/GRAFICA MARCO LOVISATI – VETRO

BIG JELLYFISH DANIELE MORETTI – PANTAFA

BIG JELLYFISH – IPERSONNIA

MIGLIORI FX VISIVI

GIUSEPPE SQUILLACI – PIOVE

IL BUIO DEL GIORNO

PETER ZEITLINGER – L’ANGELO DEI MURI

FRANCESCO PEPE – IPERSONNIA

ANDREA BATTISTONI M74 – PANTAFA

BLADES IN THE DARKNESS

MIGLIOR SUONO

PAUL MAERNOUDT, ANTOINE VANDENDRIESSCHE – PIOVE

ENRICO MEDRI, LUCA LEPROTTI – LA CALIFORNIA

FRANCESCO MOROSINI – L’ANGELO DEI MURI

VINCENZO URSELLI, MIRCO PERRI, MARKOS MOLINAS – IPERSONNIA

DANIELE DE ANGELIS – VETRO

ALESSANDRO PALMERINI, ALESSANDRO BIANCHI, ADRIANO DI VALERIO – PANTAFA

MIGLIOR MONTAGGIO

MARCO SPOLETINI – PIOVE

PAOLO MARZONI – LA CALIFORNIA

LORENZO BIANCHINI – L’ANGELO DEI MURI

MARIO MARRONE – IPERSONNIA

MARCO SPOLETINI – SPACE MONKEYS

BRIAN SCHMITT – THE BUNKER GAME

MIGLIORi ACCONCIATURE

ANNAMARIA DI IORIO – LA CALIFORNIA

ALESSANDRA SANTANERA – L’ANGELO DEI MURI

SARA JMIL – BUNKER GAME

DANIELA ALTIERI – IPERSONNIA

DANIELA ALTIERI – SPACE MONKEYS

MIGLIOR TRUCCO

CHIARA BARTOLI, ALESSANDRA GIACCI – PIOVE

ALESSANDRA SANTANERA – L’ANGELO DEI MURI

LAURA TONELLO, ANDREA LEANZA – IPERSONNIA

ELEONORA D’ANGELO – BLADES IN THE DARKNESS

TAMARA TOTTI – SPACE MONKEYS

LUCIA PATULLO – PANTAFA

MIGLIORI COSTUMI

GILDA VENTURINI – L’ANGELO DEI MURI

MARIA CRISTINA LA PAROLA – THE BUNKER GAME

MARIA CRISTINA LA PAROLA – IPERSONNIA

FRANCESCA SARTORI, MARA MASIERO – SPACE MONKEYS

RICCARDO OCCHILUPO – ANATAR

GABRIELLA PESCUCCI – PANTAFA

MIGLIOR SCENOGRAFIA

NELLO GIORGETTI – PIOVE

LORENZO BIANCHINI – L’ANGELO DEI MURI

MARCELLO DI CARLO – THE BUNKER GAME

FABRIZIO D’ARPINO – IPERSONNIA

PAKI MEDURI – SPACE MONKEYS

MIGLIORI MUSICHE

RAF KEUNEN – PIOVE

SILVIA LEONETTI – LA CALIFORNIA

DONELLY VANESSA – L’ANGELO DEI MURI

FEDERICO BISOZZI, DAVIDE TOMAT – IPERSONNIA

ENRICO MELOZZI – SPACE MONKEYS

MIGLIOR FOTOGRAFIA

CRISTIANO DI NICOLA- PIOVE

MAURA MORALES BERGMANN – LA CALIFORNIA

PETER ZEITLINGER – L’ANGELO DEI MURI

MATTEO VIEILLE – IPERSONNIA

DANIELE CIPRÌ – SPACE MONKEYS

MARCO GRAZIAPLENA – THE BUNKER GAME

ATTORI NON PROTAGONISTI

FRANCESCO EMULO (Hidden)

PIETRO BONTEMPO (Piove)

ANDREA RONCATO (La California)

ANTONIO TENTORI (Grida dalla palude)

FRANCESCO ROSSINI. (Blades in the Darkness )

DIEGO CASALE (E tutto il buio che c’è intorno)

ATTRICI NON PROTAGONISTE

ELENA DI CIOCCIO (Piove)

ANGELA BARALDI (La California)

GRETA SANTI (Pantafa)

IVA KRAJNC BAGOLA (L’angelo dei muri)

ERIKA SACCA’ (Devil time two)

AURORA MENENTI ( Piove )

ATTORI PROTAGONISTI

PIERRE RICHARD (L’angelo dei muri)

STEFANO ACCORSI (Ipersonnia)

FRANCESCO GHEGHI (Piove)

LODO GUENZI (La California)

FABRIZIO RONGIONE (Piove)

ATTRICI PROTAGONISTE

CAROLINA SALA (Vetro)

GIOIA HEINZ (L’angelo dei muri)

JENNIFER MISCHIATI (I Follow you)

GAIA WEISS (Bunker game)

VERONIKA ROSATI (It’s not over)

SOFIA PONENTE (Madre notturna)

MIGLIORE SCENEGGIATURA

PAOLO STRIPPOLI, JACOPO DEL GIUDICE, GUSTAVO HERNANDEZ – PIOVE

CINZIA BOMOLL, PIERA DEGLI ESPOSTI, CHRISTIAN POLI – LA CALIFORNIA

LORENZO BIANCHINI, MICHELA BIANCHINI, FABRIZIO BOZZETTI – L’ANGELO DEI MURI

ALBERTO MASCIA, ENRICO SACCÀ – IPERSONNIA

LUCA MASTROGIOVANNI, CIRO ZECCA – VETRO

MIGLIOR REGIA

PAOLO STRIPPOLI – PIOVE

LORENZO BIANCHINI – L’ANGELO DEI MURI

ALBERTO MASCIA – IPERSONNIA

DOMENICO CROCE – VETRO

ALDO IULIANO – SPACE MONKEYS

ROBERTO ZAZZARA – THE BUNKER GAME

MIGLIOR FILM

PIOVE

LA CALIFORNIA

THE ANGEL OF THE WALL

IPERSONNIA

VETRO

BUNKER GAME

MIGLIOR CORTOMETRAGGIO

RUN DEATH RUN

ESCALATION

WOLF+LAMB

IVI ELV

RESTARE UMANI

L’ISOLA DEI RESUSCITATI MORTI

MIGLIOR DOCUMENTARIO

FANTASMAGORIA – SEASON 2

MILANO CALIBRO 9 : LE ORE DEL DESTINO

RAGTAG

ZIO TIBIA – IL DOCUMENTARIOFOTOGALLERY

tg24.sky.it (18.04.2023)

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Marina Marzotto: Propaganda verso il consolidamento

Che anno si lascia alle spalle Propaganda?

«Un anno di semina e di raccolta. Le uscite 2022 sono rappresentative della ricerca e accompagnamento del talento che per noi rappresenta la forza di qualsiasi progetto. Piove di Paolo Strippoli e Monica di Andrea Pallaoro, due film molto diversi tra loro ma che condivido-no tensione creativa e sguardo personale dei registi, hanno raccolto un ampio consenso».

Continuate a collaborare con partner internazionali allo sviluppo di coproduzioni?

«Proseguiamo nel consolidamento di alcuni rapporti con produttori in Francia, Belgio e Irlanda che ormai sono diventati partner con cui scambiamo progetti e li sviluppiamo con apporto creativo e finanziario reciproco. Lavoriamo anche con nuovi contatti per creare una rete internazionale di produttori che ci somiglino in termini di linea editoriale e cura del prodotto».

Quali film vedremo al cinema nel 2023?

«Il primo film sarà After Work di Erik Gandini che ha debuttato a CPH:Dox a marzo e proseguirà con altri festival prima di uscire in Italia a giugno con Fandango. Un film stimolante guidato dalla visione nitidissima e l’umorismo tagliente dell’autore italo-svedese che investiga le questioni identitarie ed esistenziali che ci legano al lavoro. Il direttore della fotografia è Fredrik Wenzel (Triangle of Sadness). Il secondo titolo è il debutto alla regia di Alan Friel, Woken, un thriller distopico sorprendente dove nell’arco di 90 minuti tutto cambia e nulla è come sembra. Nel cast figurano Erin Kellyman (Willow e Solo: A Star Wars Story) e Maxine Peak (Peterloo, Funny CowLa teoria del tutto)».

Le vostre produzioni cinematografiche in cantiere?

«Apriremo i set di: Volare! di Pier Paolo Paganelli, fantasy family che vorremmo far diventare un franchise, e Obliquo 616 di Lyda Patitucci, sci-fi distopico e character driven. Nel mentre sono iniziate le riprese del doc The Greatest, debutto alla regia di Sonia Bergamasco, che racconta la presenza tutt’ora abbacinante di Eleonora Duse nell’ispirazione di attori e attrici contemporanei».

Propaganda ha grande cura per attori e registi. Pianificate di costruire una vostra factory?

«Credo che Propaganda sia di fatto una factory. Il rapporto tra produttore e autore è un rapporto fiduciario delicato, l’unione esiste solo se c’è una condivisione di visione. Siamo in sviluppo con L’estranea di P. Strippoli, che sarà sul set nel 2024. Stiamo nuovamente lavorando con Igort, per la docu-serie Ticket to Wonderland e nelle prime fasi di sviluppo della serie Storia di C per la regia di A. Pallaoro. Nel mentre lavoriamo su più progetti con Fabio Guaglione, Federica Pontremoli, Jacopo Del Giudice… così come siamo legati ad alcuni talenti attoriali e manteniamo rapporti stretti con alcuni capi reparto che proponiamo sempre ai nostri registi.

Quali obiettivi vi siete prefissati per il 2023?
«L’obiettivo è il consolidamento: nel 2017 con Mattia Oddone ci siamo dati un posizionamento e obiettivi chiari e credo che si cominci a percepire chi siamo e cosa possiamo portare al tavolo. Abbiamo un track record sulla qualità e sulle vendite estere, ora vogliamo costruire anche successi commerciali importanti per la crescita dell’azienda e dei talenti che seguiamo e stabilire rapporti di partnership continuativi in Italia come abbiamo all’estero.

I FILM DI PROPAGANDA

AL CINEMA NEL 2023
• AFTER WORK di Erik Gandini (documentario creativo)
• WOKEN di Alan Friel(thriller/sci-fi)

IN PRODUZIONE
• serie tv NEVER TOO LATE (avventura)
• VOLARE! di Pier Paolo Paganelli (family/fantasy)
• OBLIQUO 616 di Lyda Patitucci (dramma distopico)

IN SVILUPPO
• L’ESTRANEA di Paolo Strippoli
• serie tv STORIA DI C di Andrea Pallaoro
• docu-serie TICKET TO WONDERLANDdi Igort

Box Office (15.03.2023)

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En In production Productions

Woken

Woken

POST-PRODUCTION

POST-PRODUCTION

GENRE
Thriller, Sci-fi

LENGTH
91′

YEAR
2023

DIRECTOR
Alan Friel

AUTHOR
Alan Friel

CAST
Maxine Peake
Erin Kellyman
Ivanno Jeremiah
Corrado Invernizzi

PRODUCTION
Fantastic Films [ei]
Propaganda Italia

DISTRIBUTION
World Sales: Bankside Films

CREATIVE TEAM
Ratchev & Carratello (Music)
Richard Kendrick (Cinematography)
Breege Rowley, Chris Gill, Manuel Grieco (Editing)
Steve Oakes (Production Design)
Sarajane Ffrench O’Carroll (Costume Design)
Giuseppe Squillaci (VFX Supervisor)
Dean Murray (Sound Recording)
Stefano Di Fiore (Sound Design)
Valerio Brini (Mix)

Woken

Anna wakes pregnant and unable to remember her loving husband James, or Helen and her husband Peter who help nurse her back to health on a remote island. She soon discovers they are all on the island to escape a powerful infection that has decimated the mainland population. Now, unsure about everything she’s being told, she searches the island and uncovers a terrible reality. To save herself and her unborn child, she must form an uncomfortable bond with one of her captors to escape the island. A timely film that asks the big existential question of whether man could replace God after destroying humanity by over meddling with nature.

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En In development In production Productions

Never too late

Never too late

PRE-PRODUCTION

PRE-PRODUCTION

GENRE
Coming of Age, Adventure

FORMAT
10 x 30′

YEAR
2023

DIRECTOR
Giacomo Talamini, Lorenzo Vignolo

AUTHOR
Federica Pontremoli, Camilla Paternò, Simona Coppini in collaboration with  Salvatore de Chirico

PRODUCTION
Propaganda Italia
Rai Fiction

DISTRIBUTION
Italy: Rai Play

CREATIVE TEAM
Mattia Gri (Cinematography)
Manuel Grieco (Editing)

2038. The air has become unbreathable, and the planet suffers from lack of oxygen. In Nur, (Sardinia), the Green Militias are in power and have been denying for years any contact with Nature to people in order to be able to cure it. Maria, Jacopo, Arturo, Bianca, Alex, and Caterina are all young people who grew up without ever having touched a tree or taken a swim in the sea. One night something strange happens in the woods: a big flash, perhaps an explosion. That same night forever changes the lives of Jacopo and Maria. Girls and boys decide to risk their lives, in order to discover the truth about what happens in the woods, and by investigating, they will understand that they must fight for their own future. A teen adventure with ecological hues.. 

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En In development In production Productions

Volare!

Volare!

PRE-PRODUCTION

PRE-PRODUCTION

GENRE
Fantasy, Family

YEAR
2023

DIRECTOR
Pier Paolo Paganelli

AUTHOR
Jacopo Del Giudice, Davide Rossetti, Pier Paolo Paganelli

PRODUCTION
Propaganda Italia
Potemkino [be]

CREATIVE TEAM
Fabrizio Lucci (Cinematography)
Manuel Grieco (Editing)
Nicoletta Taranta (Costume Design)

Sarah is just a little orphaned girl. She lives in her own house transformed into an orphanage directed by Felicia, the former governess whose Sarah’s father, Ludovico, entrusted her to. However, Felicia is evil and segregates little Sarah who is also helpless because she is deaf and hasn’t learned to speak. One night, she manages to escape and stumbles upon a circus. The girl is taken in by its members and introduced to the secret that makes it absolutely unique: whoever performs underneath its big-top acquires special powers. For the first time, Sarah is able to hear and speak. Will she also be able to reclaim her roots from the clutches of Felicia thanks to the help of her new circus family? 

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En In development In production Productions

Oblique 616

Oblique 616

PRE-PRODUCTION

PRE-PRODUCTION

GENRE
Drama, Dystopian

YEAR
2023

DIRECTOR
Lyda Patitucci

AUTHOR
Milo Tissone, Federica Pontremoli, Marcus Fleming

PRODUCTION
Propaganda Italia
GapBusters [be]
Fantastic Films [ei]

It’s the third decade of the 21st century, and Nobel Prize for Medicine Olivia Levi discovers the existence of the Obliques, a minority of the population born with a genetic conformation which changes their natural anthroposphere. The mere presence of an Oblique damages any other human being just like a radioactive element. People are terrified by this discovery. The Obliques are finally segregated in reservations, kept under control and placed far from cities and inhabited lands. Made to produce silk, which shields their radiations. But are the Obliques the origin of all evil or are they part of a new natural balance?